C’è qualcosa di maledettamente deprimente a settembre. La tv pullula di speciali sulle nuove collezioni autunno/inverno che non puoi non vedere dato che te li sbattono in faccia prima, dopo e durante ogni tg. Checchè se ne dica e voglia, non si può far finta di non conoscere i nuovi diktat di isterici stilisti checche o quale sia il livello di anoressia che il mondo tollererà la prossima stagione. Le nuove collezioni mi intristiscono profondamente. Non solo mi ricordano che sono grassa, ma anche quanta roba dovrò sottrarre dal mio armadio e buttare in blocco.
"Perché non dai tutto quel ben di Dio ai poveri?"
"Intanto quel ben è mio e non di Dio, e poi non voglio che i poveri siano fuori moda per colpa mia".
Così, puf. Milioni andati nell’immondizia perché c’è un cartello di ricchioni che ha deciso che l’anno scorso andava il rosso e quest’anno il blè. Qualcun altro s’è stufato del tacco di 3 cm e ha deciso che quest’anno, se vuoi essere donna, dovrai indossare scarpe da crampo al polpaccio su tacchi a coni che ti faranno vedere il mondo da una nuova prospettiva, quella di chi oscilla in avanti e sta per cadere con la faccia per terra. Les femmes fatales non si preoccupino di perdere il loro fascino selvaggio solo perché quest’anno saranno assolutamente vietati quegli stivali in camoscio esternamente decorati con batuffoli di animale morto. La moda vi pensa sempre e ben si cura di sostituire il vecchio con un nuovo un po’ più caro per non farvene sentire la mancanza. E, al posto delle prede, quest’anno sul campo delle vostre scarpette preferite domineranno i predatori: indosserete stivali che negli anni 90 avrebbero fatto invidia a Lorenzo Lamas. Addio ballerine. I tempi si fanno duri e la dolcezza smussata di danzante sapore bucolico cede il posto agli stivali in crosta con morsetto alla caviglia e decorazioni in borchie di otto chili l’una. Se l’estate li aveva già annunciati e voluti con una forza tale da convincervi a indossarli anche con 40 gradi all’ombra, questo inverno diverranno un must imprescindibile. E, se nella passata stagione sembravate donne appena tornate dalla caccia e imbrattate di pezzi di coniglio dalle cosce in giù, quest’anno, con le vostre calzature laccate alla scudiera, somiglierete più a cavallerizze lesbiche con l’invidia penis. Il tacco a spillo torna in auge, forse per rivendicare la morte dell’aggressive più audace che un tempo vi piaceva tanto ostentare con le scarpe a punta assassina. Nessun rammarico, donne. Potrete dunque continuare ad uccidere, non più però sferrando calci diretti in posizione classica, ma ruotando leggermente il busto di un quarto, sollevando la dolce gamba e trafiggendo la vostra vittima con la punta del vostro tacco all’eternit. Per le più indecise la stagione si presenta oltremodo ricca e invitante: tra stivale non vedo e decollettes vedo troppo, et voilà! ecco, intramontabile, quell’orribile stivale al polpaccio (o stivaletto al polpaccetto), a cui andrà il merito di un ineluttabile intozzimento delle vostre gambe, a meno che non siate così fortunate da disporre di cm 70 di stinco. Salutate la cara amica zeppa, compagna di avventure estive appena trascorse, che quest’anno verrà riconsegnata di diritto a musicisti new-gothic e battone. Del revival delle francesine non discuto. D’altronde mia nonna, a cui quei simpatici stivaletti coi laccetti alla Re Sole tanto piacevano, l’aveva detto che prima o poi sarebbero tornate, solo che questa volta non siamo in guerra. La collezione sportiva richiede un’analisi a parte, talmente variegato è l’ambito in questione. Ci basti ricordare che quest’anno non si passeggia –no, no–, casomai si rimbalza su scarpe fluorescenti e ornate delle più argentate stringhe come non mai sgargianti. Quanto all’uomo, c’è ben poco da dire e da proporre. Che si isoli, tapino, nella totale autocommiserazione, giacché quest’annata non si distinguerà per nulla dalle precedenti: mocassini, mocassini, mocassini e mocassini. Che noia. È per questo che l’uomo ci invidia, care amiche. Non soltanto perché partoriamo con immenso dolore inverando il più grande dei miracoli del Signore; ma anche perché a noi e a noi soltanto ogni stagione si aprono le porte dell’affascinante mondo di borsette e scarpette di nuovo conio su cui scialacquare quattrini su quattrini.
La follia della donna
quel bisogno di scarpe
che non vuole sentire ragioni.