Al giorno d’oggi c’è ancora gente che si sposa.
È assurdo.
Tra quella gente che continua a sposarsi c’è spesso qualcuno che si ostina ad invitarmi al proprio matrimonio.
Ancora più incredibile.
Mi chiedo se al mondo esista un vizio così poco democratico: in quale altro momento della vita ci si imbatte in tanta palese mancanza di amore e fratellanza come nel ricevere una partecipazione di nozze?
È un un obbligo di disumana violenza psichica. Sì, perché qui vigono ancora delle regole formali, quel senso del buon costume che sta ai rapporti umani come le linee della metropolitana alla città. Sai che ci sono ma non le vedi; vorresti non usarle, ma qualche volta devi. I matrimoni sono quelle occasioni in cui il mio potere decisionale e quella libertà per cui i miei avi hanno lottato e sono morti deve sottostare alle norme e piegarsi all’utilizzo delle metropolitane.
Non è eticamente giusto. È una questione di principi e un matrimonio me li porta via tutti. È una minaccia al mio edonismo esistenziale, un’irruzione alla mia quieta quotidianità fatta di imbrattamenti prandiali, di grassi, fragorosi e volgari sbadigli non coperti, di gomiti sul tavolo e chili e chili di parmigiano sulla pasta col pesce.
Un matrimonio è una violazione indiretta del libero arbitrio altrui. Non c’è scelta né bronchite che tenga: ai matrimoni ci si deve andare, e, se anche fingi la prigione per spaccio, devi comunque preoccuparti di mandare ai futuri sposi un regalino milionario che dopo qualche anno sparirà negli oscuri stipetti della loro cucina. Allora tanto vale andarci. Almeno si scrocca il pranzo. Ed è lì, quando capisci che non hai scelta, che inizi a nutrire la segreta speranza che gli sposini per l’occasione non abbiano scelto un rudere ai confini del mondo dove il menu prevede animali non ben riconoscibili o di cui ignoravi la commestibilità fino a poco prima di vederli su un piatto.
O ti ritrovi a pregare che non sia uno di quei matrimoni pseudo bucolici, dove vince chi mangia di più. Quei pranzi interminabili in agriturismi stucchevolmente rustici, con la cacciagione in bella vista appesa al soffitto da così tanto che è resuscitata e adesso parla; dove fuori si apre una distesa di verde infinito agli occhi, in cui paggetti laccati e vestiti da gangster urlano e sputano fuoco finché il papà di turno li fa sporgere dalla staccionata per accarezzare maiali di proporzioni e fetore esagerati.
Un matrimonio in agriturismo è un attentato al bene della comunità: è un giorno di paura che un eventuale pernottamento coatto possa compromettere la tua tolleranza sociale.
Anche se avessi scelta, hai già sprecato tutte le tue fantascientifiche scuse in altre sedi. Per esempio quando tua nonna ti ha invitato per capodanno e le hai detto che
No, nonna. Oggi è morto il mio gatto preferito e sono tanto in pena.
O quella volta che tuo padre ti ha invitata a casa sua dopo essere scomparso per tre mesi tre e
No, papà. Oggi mi sono svegliata con la tiroide gonfia, ma così gonfia che mi sento ormonalmente a disagio.
O quell’altra, quando una tua amica logorroica ti ha invitato ad una cena indiana e
No, tesoro. Sono allergica al curry, non lo sai?
No, ti conosco da 16 anni e non l’ho mai saputo.
Beh, la prossima volta sta più attenta, cristo.
O ancora quell’altra occasione in cui dovevi andare ad una cena sociale ma
Non posso, mamma. Non ho nulla da mettermi nè la voglia di andare in giro a cercare un vestito alle sette di una sabato pomeriggio palermitano dove bene che vada resterò imbottigliata nel traffico per tre ore.
Ma sì, fai un salto veloce da Marina Rinaldi o Elena Mirò.
E di grazia, mater clarissima. Perché dovrei andare a cercare un vestito in un negozio per taglie forti?
Ma tesoro, sono taglie comode, non forti. Comode.
E hai provato a citare la tua longilinea madre per danni morali, ma quando l’avvocato più che un giudice ti ha consigliato un dietologo, hai citato pure lui, chiedendoti se al mondo ci sia vita e rispetto oltre la 42.
Come ogni cosa, anche l’obbligo di andare ad un matrimonio ha un prezzo, che in genere è quello di un vestito da comprare. Sacrifici. Si fa di necessità virtù e si sfrutta l’occasione del giorno in cui due incoscienti coroneranno il loro sogno d’amore come valida scusa per giustificare a se stessi i bilioni buttati sullo shopping frenetico, alla ricerca spasmodica di un abito carino e carissimo, ma con le dovute premesse. Scegliere un vestito da cerimonia non è cosa semplice, bensì un’accurata operazione di strategia ben studiata. Quel che serve è intanto una brand new mise che non permetta alle ragazzine appena uscite da Top Girl di chiedersi se per caso non l’hai già sfoggiata prima; tanto sobria da poter confondersi nella folla senza il pericolo di essere riconosciuta, fermata e trascinata in quei morbosi discorsi che si fanno solo ai matrimoni, con gente che non vedi da sempre o che non sai bene se hai mai visto davvero. Ma non basta. Se vorrai evitare gli sguardi biasimanti delle attempate signore in arabeschi floreali e trucco fluorescente, quell’abito dovrà essere quanto è sufficiente per renderti assolutamente meno affascinante della sposa, che si sa: per il suo matrimonio, tradizione d’eccentricità femminile vuole che sia lei la bella delle belle –e poverina.. Come toglierle questo sacrosanto diritto in un giorno tanto triste?
E che quello sia il più triste dei suoi giorni lo sa anche lei: altrimenti perché sfoggiare quel sorriso costante per più di dodici ore, se non per camuffare la presa di coscienza della follia appena commessa? La paralisi facciale che quel giorno la nostra eroina rischierà è frutto del vano tentativo di nascondere una tragica consapevolezza: l’ aver insanamente scelto che quello lì sia l’unico membro con cui aver a che fare per il resto della sua vita, pena pauroso e angosciante senso di colpa per tradimento con conseguente depressione tipicamente e biologicamente femminile. Il suo ostentato sorriso è ovviamente insensato e ancora sorpreso che un mero monosillabo abbia sancito la fine dei suoi anni migliori fatti di genuino sesso svolazzante, abbia siglato la rinuncia alla propria natura sessualmente emancipata e decretato la morte di secoli di lotta femminista.
Sì, mia novizia. È per questo che immoli la tua mandibola ai fini della truffa.
Per orrore.
Eppure in questi ultimi giorni dissennati sei stata tanto savia da non dimenticare che un mal comune sia mezzo gaudio e faccia meno male. Ecco perchè mi hai invitata a partecipare al tuo momento di follia, brutta sgualdrina nel tuo candido bianco sciatto: per sentirti meno sola nella disperazione; per infliggermi quel dolore che è tuo soltanto e che ti brucia così tanto da volere compagnia; per coinvolgermi in questo strano rituale collettivo, divertendoti a guardarmi zigzagare sui trampoli tra i tavoli di una sala dagli improbabili tendaggi, mentre sconosciuti mi sorridono complici, pensando quant’è bella giovinezza e quanta sbilenca allegria provochi il buon vino nelle occasioni di fes
ta, e non sanno che sono astemia da cinque anni e oggi vorrei tanto non esserlo.
Quindi ho deciso.
Se mai mi sposerò (e non sarà certo in chiesa e, se sarà in chiesa, sarà solo e unicamente per testare l’acustica degli interni con un rutto dodecafonico), scriverò sulle partecipazioni di non partecipare.
Cari amici,
ebbene: a titolo informativo, io mi sposo. Non vi dico a quale ora di quale giorno, perché non vi interessa. Ho infatti deciso che voi non ci sarete. Già. Questo è un divieto, un diktat, una non partecipazione. So bene quanto voi che solfa siano i matrimoni e, nel rispetto del bene che vi voglio, non ritengo affatto giusto infliggervi il supplizio del mio. Se avessi scelto di invitarvi, il mio gesto sarebbe stato tirannico ed egoista: non vedo infatti come starmi accanto nel giorno in cui sarò così folle da dire Ok alla monogamia, possa rendere la cosa meno triste. Voglio che quel giorno l’onere di patire tanto dolore sia mio e mio soltanto.
Casomai sapeste di altre persone da me invitate, vi prego: non dubitate del mio amore per voi, perchè sappiate che si tratterà esclusivamente di vendetta.
Saranno solo persone che mi stanno sul cazzo.
Quante parole: se uno non vuole fare una cosa, non la fa. E se ne frega.
Se invece la fai, tutte queste parole suonano come un’agra rivalsa. Ma la figura un po’ triste e amara non la fa mica la sposa.
So don’t complain about your useless employment:
Jack it in forever tonight;
Or shut your mouth and pretend you enjoy it…
Camerata Strummer Joe a rapporto!
Quindi, secondo te, io ci avrei davvero provato con un prete arrestato per pedofilia?
Sempre per la serie che ogni intervento lo interpreti come vuoi tu?
in qualità di neo romantica remerò contro dicendo che a me i matrimoni piacciono (se magna, se beve e ci si comprano vestiti nuovi). ma riesco, se non invitata, a prenderla con filosofia: ti sposi e non mi inviti? sparagnamo!
comunque, sei maledettamente brava.
>>Sempre per la serie che ogni intervento lo interpreti come vuoi tu?
No.
Per la serie che la tua primavera è un incubo in cui lo stato cede alla
pornografia.
In altre parole: spesso navigare per i blog fa bene, ma farsi una vita è meglio.
Ma so per certo quanto sia difficile, allora mi sono permessa di eludere il problema attraverso un palliativo.
Dato che ho visto che ne sei sprovvisto, ti ho creato un blog -e adesso prova a negare che io sia una donnina piena di amorevoli cure per te.
http://www.questomondosecondome.splinder.com
Utente: Forlivesedocet
Password: sucaforte
Spero di aver azzeccato il template giusto, perchè purtroppo non ne ho trovato con la faccia di Mussolini o con i lsimbolo di Forza nuova. Quindi dovrai accontentarti di quella testata che ricorda un libro di Will Ferguson. Magari potrebbe
ispirarne uno anche a te. Potresti raccogliere lì le tue riflessioni,
intitolare il libello “Quello che ho imparato sulla montagna” e iniziare ad usare Tupak Soiree come pseudonimo.
Mimi, troppo buona (e bona, ovviamente). Sono reduce dal matrimonio della cugina del ragazzo di una mia amica e 200 invitati, con tanto di karaoke e animatore per i balli latino americani.
Altro che neoromanticismo..
Ah ah, come la storia dell’alt+nonsocosa, sei brava a far finta di niente.
Pardon?
Chii? Cooooomeee????
I matrimoni ogni tanto vanno anche bene, sono una scusa per prendere un aereo.
I fascisti invece no, quelli non vanno bene proprio mai.
—
Carlo
“Sai cosa stavo pensando, Carlo?”
“Cosa?”
“Che il tuo problema è che non tolleri gli stupidi”
“E’ un difetto?”
Mi pongo a favore degli stupidi e muto la cosa da una forma passiva ad una forma attiva.
Gli stupidi non si tollerano.
Gli stupidi divertono.
Carlo, piuttosto ..
Non sono mai stata in Francia, quindi inizia a pensare seriamente di essere in età da matrimonio e fanne al più presto uno.
Gli stupidi sono, tra le altre cose, quelli che non capiscono cosa si è detto o cosa c’è scritto.
Ciccio, tu non sai scrivere.
È quello il problema.
Non pretendere che gli altri ti capiscano solo perchè universalizzi il tuo cervello a metà.
Ci aveva già pensato la mia ultima ex, al matrimonio, e anche ai figli. E’ anche la principale ragione per cui è diventata un’ex, in effetti.
Il matrimonio è una forma di sopruso nei confronti di quei poveri preti che devono celebrarli soltanto per gli altri, e che devono poi accontentarsi del sederino dei chierichetti.
Quindi per il viaggio in Francia trovati un’altra scusa.
—
Carlo
Ah ah ah, io non so scrivere, certo. Lo dici.
Solo che tu non sembri molto sveglia. Magari lo sei: da quanto scrivi nei commenti agli ultimi 2 post, però, dai l’impressione opposta. Ma forse fai solo finta di essere un po’ tonta per prendermi in giro.
Fai alt+salcazzo, fai alt+salcazzo, solo questo hai saputo dire. Credendo anche di fare la figa! E poi parli di “scrivere”.
>>spesso navigare per i blog fa bene, ma farsi una vita è meglio.
>>Non pretendere che gli altri ti capiscano solo perchè universalizzi il tuo cervello a metà.
Stellina, io invece lo ben so che non sei allergica al curry. Altrimenti, con ‘sto gran cazzo ti saresti svagonata due porzioni -a pranzo e a cena- del mio cous cous un paio di estati fa.
Pertanto, se mai dovessi essere talmente (ma non volutamente) crudele nei tuoi confronti da indurti a inventarti una scusa per non partecipare a un qualsivoglia mio invito, prova la carta del “sono allergica al riso in bianco”. Funzionerebbe meglio.
Ah, tranquilla, no ho in mente di sposarmi né invitarti.
Che possa essere fulminata.
Eh eh. Tanto da dire quando parli da sola. Poco da dire quando c’è da dire.
Amora, ma io nel tuo cous cous mi ci fiondo, ci sciaguatto, ci sguazzo e ci riguazzo -anche se hai fatto male i conti, perchè le porzione erano 4, due a pranzo e due a cena.
>>Eh eh. Tanto da dire quando parli da sola.
Oddio, so che potrei causarti un trauma terapicamente insanabile, ma sai .. Sorpresa!
Un blog serve proprio a questo: scrivere quel che vuoi, riguardo chi vuoi, contro chi vuoi, quando lo vuoi e bla bla su bla bla bla.
Oihbò, resta comunque strano che a fare un richiamo del genere sia tu che vaneggi e vaneggi e vaneggi e vaneggi e vaneggi e vaneggi e vaneggi..
Poco da dire quando c’è da dire.
Io ce la metto tutta a starti dietro, sul serio. Io sono una persona piena di amorevoli cure, soprattutto per i seguaci di Mussolini (che oggi ringraziamo perchè c’ha messo le scuole in Italia, c’ha messo).
Io amo talmente tanto la polemica che ci sguazzo come nel cous cous di Myrkur, solo che con te è difficile perchè non ho così tanto tempo da perdere e il dovere di fare i conti con una totale mancanza di vita, come, arrivati a questo punto, è certo che devi fare tu.
Quindi data la tua lentezza nel capire e l’impossibilità di una moviola fonetica, ho deciso di conservare le mie energiche falangi e limitare i miei interventi nei tuoi confronti a rapidi copia e incolla. Perchè io sono buona e ti amo molto, ma mi hai stancata così tanto che non riesco nemmeno a cont…..
Trovo tutto spassoso. TUTTO.
Baci
Sei messa veramente male.
Fai alt+qualcosa mi raccomando.
Lo prendo per un
Oddiononsopiùchecazzodirequandononmisiinculapiùnessuno
Io lo prendo per un: al primo commento che ho scritto sei talmente sveglia che hai risposto con un delirante riferimento a una stronzata che avevi scritto da un’altra parte. E sei andata avanti così x 20 commenti senza capirlo.
Sullo scorso post, invece, hai creduto di fare la figa con la storia dell’alt etc e dopo la magra figura che hai fatto sei stata zitta.
Ad ogni commento che non ti va rispondi con vaghi cenni a una tua presunta superiorità, a una presunta incapacità di chi commenta (Non è di classe dirle ste cose, meglio dimostrarle, se si è capaci, oppure tacere); e concludi con il tuo classico “va bè la prendo come” e scrivi quello che vuoi tu.
Non sei in gamba con le parole, janisblu. Non sei particolarmente in gamba e questo non è un demerito, ma credi di esserlo e questa è una presunzione colpevole.
Cazzo, che tedio.
Ma secondo te frequento preti che molestano ragazzini e ci provo per giunta?
Dolce testa di minchia, era un modo per far riferimento a
1. quanta marcia sia la tua santa chiesa
2. quanto sei stupido a credere a tutto quello che leggi nei blog altrui.
Questo dimostra che
1. la mia capacità nell’utilizzare le parole sia così superiore alla tua da portarti a non capirne un cazzo
2. che dovresti farti davvero una vita e adottare nel virtuale un peso diverso dal reale.
Sai che nemmeno i cartellonisti di Berlusconi conoscono l’alt+0200?
Fai tanto il figo nel riprendere la gente che utilizza le virgole a casaccio e te la prendi perchè mi diverto coi tuoi errori grammaticali?
Tu che sai di me più di quanto io stessa sappia, già che ci sei sappi anche questo. Pensavo fossi divertente, polemico quanto bastava per apparire un simpatico triturapalle goliardico.
Ma ohibò, adesso stai facendo la figura dello scassaminchia® ossessivo compulsivo e non diverti più nessuno.
“E adesso psicanalizzami ‘sto cazzo”.
Non ricordo di chi sia la citazione, ma calza a pennello.
Stupendo, sei riuscita a non capire niente di nuovo, ten lo ripeto: NESSUNO si è cagato la storia del prete. Nessuno. E’ rimasta lì inerte.
Ce la fai? Ce la fai a capire che nel commento che c’è sotto al post si parla del post? Il post che c’è sopra?
Ce la fai dopo che ti è stato detto 3 volte?
Quindi mi correggo: sei andata avanti per #22 commenti a non capire, anche dopo spiegazione.
Quindi fai te chi è lo stupido, invece di dare dello stupido al prossimo quando reiteratamente non capisci qualcosa.
Quanto al “farsi una vita” cui accenni, spiegamI: tu scrivi post di 3 km e se uno ti commenta con 3 righe non ha una vita.
Se vuoi darti un’aria cinicamente mondana e brillante, come è evidente che ti sforzi di fare, ti conviene reperire battute più fresche.
Non sai che cos’è un errore grammaticale, questa è una informazione nuova che accolgo con gioia.
Ti ho spiegato che le persone che scrivono professionalmente non usano le formattazioni di questo tipo, quelle per intendersi dei programmi non professionali come word. Questo perché andranno a consegnare un testo in determinati formati ad altre persone che per professione, e con altri metodi che non il tuo alt+, ci metteranno i caratteri giusti e manderanno in pubblicazione.
In altre parole, il tuo appellarti all’alt+quando non sai cosa dire è una cosa da bambini dell’asilo.
Il non saper mettere le virgole, al contrario, significa non saper scrivere.
>>Quante parole: se uno non vuole fare una cosa, non la fa. E se ne frega.
Ma secondo te uno in un blog ci scrive quello che piace a te?
Ma secondo te non si enfatizza mai nulla?
Ma secondo te ho scritto i miei stronzi pensieri sulla novizia sposa per avere consigli da te?
Ma secondo te sei così importante da non poter prenderti per il culo?
Ma uno che dopo un post del genere scrive
>>Se invece la fai, tutte queste parole suonano come un’agra rivalsa. Ma la figura un po’ triste e amara non la fa mica la sposa.
non è un potenziale partecipante doc ad un qualsiasi talk show alla Maria de Filippi?
Ma secondo te uno che scrive
>>il tuo appellarti all’alt+quando non sai cosa dire è una cosa da bambini dell’asilo.
non ha gravi problemi di relatività col reale?
Ma soprattutto ..
Secondo te non me l’hai già fatta a torroncino abbastanza da smettere?
Diamine, un po’ di allegria e di sano take it easy, giovane!
Guarda al di là della svastica sul tuo bavero e noterai che c’è un intero mondo che sorride e ti aspetta!
Su, su. Muovi il culetto da quella sedia, buttatici e dimmi com’è andata.
Janis, ma almeno sei figa?
Questo deporrebbe a tuo favore… qualsiasi stronzata tu possa scrivere.
Se poi tu fossi negra e figa saresti quasi assolta.
Ah ah ah ah per una settimana e oltre 20 commenti non hai capito nemmeno di cosa si stava parlando. E andavi anche avanti a fare la splendida!
BEN ARRIVATA! CE L’HAI FATTA!
SI STAVA PARLANDO DELLA SPOSA, BRAVISSIMA!
Dai, fammi un alt+qualcosa per pubblicare alla grande da vera professionista della parola scritta!
Quanto al mondo che sorride ed aspetta, fino a rpova contraria ogni volta che vengo qui a commentare dopo 3 secondi hai risposto.
Il punto non è questo. Il punto è che non sai rispondere a tono e la figura pessima è sempre la tua.
Sì, vabeh. Ci mancava solo l’altra testina della setta.
Però ammetto che il termine negra abbia il fascino dell’anacronismo storico.
Inutile dire che lo trovo giusto un po’ démodé, perchè voi siete razzisti per natura ideologica, quindi piuttosto antichi per scelta.
Da questo punto di vista, hai tutto il mio tenero affetto, quello che una madre premurosa può avere nei confronti di un bambino con la febbre -non so se rendo.
>>Il punto non è questo. Il punto è che non sai rispondere a tono e la figura pessima è sempre la tua.
Concordo e ti amo ancor di più.
[A titolo informativo, ogni pomeriggio dalle 15 alle 18 sto perennemente davanti al pc per motivi ben lungi dal divertimento bloggistico, anche se ammetto che tu sei così importante nella mia vita che fremo d’eccitazione ogni volta che ti leggo, mio amòr].
Però, ripeto -perchè mi piacciono tanto i turpiloqui ai turpi
“Adesso, psicanalizzami ‘sto cazzo”.
ah ah ah mi fai tanta tenerezza, dalle 15 alle 18… Su Janis! basta con sto PC, che poi ri sformi, vai a vivere! E’ venerdì! Fatti un bell’aperitivo, dai che ci sono in giro i maschietti! Bevi mezzo calice di prosecchino e vai alla grande, su di giri! Magari qualcuno ha anche uno spinello e allora….. SI VA IN VITAAAAAAAAAAAAA!
SORRIDI!
Come sarebbe l’ anacronismo? Quale anacronismo?
Sei una collaboratrice domestica perchè?
Un operatrice ecologica?
Non darmi del razzista, se non conosci le simbologie contemporanee, per favore.
Io non ho detto nè CHE SEI figa nè tantomeno negra. (che non credo proprio, da come parli).
Una negra ste stronzate sul matrimonio non le avrebbe mai dette. Le persone di colore hanno grande senso del pudore e grande rispetto del prossimo e soprattutto di sè stessi.
Non si fanno ridere dietro.
Grazie camerata.
Non sopportavo di essere insultato così bassamente da questa razzista.
Non ci risponde più.. e sai perché? perché lei ha una esistenza da vivere, ebbrezza di vita! IU-HUUUUU è andata a godere delle bellezze di questa serata promettente di bellezze non sta a ingrigire col culo appiattito su una sedia. Lo vuoi capire o no???
Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus!
ALLA STRAGRANDE!
>>dalle 15 alle 18… Su Janis! basta con sto PC
Cosa c’è di male nel lavorare con un pc? Il mio maschietto mi sta a lato in questo momento, sono astemia da 5 anni e non fumo da 3.
Adesso setta Cazzi altrui in mode/off.
Il modo in cui |non| sai scrivere –Una negra, Le persone di colore, di sè stessi-, la dice lunga su di te.
Ma io continuerò ad amarti, perchè tu ne hai bisogno ..e mi dispiace non poter essere lì con te a stringerti la mano forte forte per non farti più sentire quanto sia stata cattivo con te il mondo :°
“Cosa c’è di male nel lavorare con un pc”.
Stavo solo facendo la tua imitazione con quell’argomento non-sense che usi credendo così di irridere l’interlocutore a te sgradito.
Praticamente ho usato tue parole.
STRANO: NON TE NE SEI ACCORTA!
cosa vuol dire il maschietto mi sta a lato?
Batte col pappa vicino?!
Non è professionale così.
Quanto al presunto errore da te abilmente rintracciato ti informo che errore non è, magari tra 30-40 commenti e un paio di settimane scoprirai perché.
Ed ora… IN VITAAAA!!!!!
Ma tu ti metti a fare discorsi seri su posts ridicoli!
>>a te sgradito.
A me sgradito?
Ma allora sei scemo.
Cosa devo fare per farti capire quanto sia sincero il sentimento che provo nei tuoi confronti?
Il fatto che non abbia cancellato nessuno dei 7576 commenti cazzoni che hai scritto, non pensi sia la più eloquente delle prove?
ah le piaci, le piacciono i ferini. E’ una alla Barbara Alberti.
Mi sa che il suo maschietto è uno che guarda.
Batte col pappa vicino?!
Non è professionale così.
Che ventata di ricordi il tuo buon gusto mi richiama..
I tempi delle elementari, delle offese alle altrui mamme, delle imprecazioni ai presunti lavori illeciti degli zii e le prese di possesso logistiche delle sorelle degli avversari di banda.
Uh.
Che nostalgia.
“Ma tu ti metti a fare discorsi seri su posts ridicoli”
Ah, adesso la mettiamo così.
Tra un po’ dirai che per 25 commenti hai FATTO FINTA di non capire un cazzo, i realtà facevi apposta.
Ciao, ora vado a vivere yuppìììììììììììì
Auguri, cherì!
Ma viri a chisti! Minchia ri’zicchi… E tu pure, sweety, renditi conto che siete rimasti in tre a parlare qua. Ma basta! Dico, qua è casa tua e non mi permetto di sindacare su quello che ne/ci fai… Divoro deliziato come sempre il tuo ultimo post e dopo… dopo mi ritrovo sti cali d’erezione a quantità industriale, sparsi dappertutto. Ma a sto punto, anche se volevo scriverti qualcosa, m’è venuto un blocco di tedio cronico…
Ti voglio un bene dell’anima, a te e al tuo blog… dico, dobbiamo per forza arrivare a rasentare gli standards di balarm? Ti prego…
Con sicera stima e affetto
Marco
Hai ragione, capoz.
È che i fasci proprio non li tollero.
Cate, scusa, ma tu perchè rispondi?
Che due fascisti che passano da queste parti abbiano un problema di invidia del pene (altrui) beh, mi pare triste, ma è per l’appunto un problema loro. Non tuo. Non condividono quello che scrivi? Mica devono leggere per forza. Vadano a leggere altrove.
Chi ti legge da un po’ di tempo tendenzialmente conosce l’italiano, il che aiuta non poco a capire e ad apprezzare, e non si formerà certo una opinione sulla base dei deliri del primo fascistello di quartiere che si sente un dio e invece è un deficiente.
Quindi:
1) o non li caghi finchè non la smettono;
2) oppure fai le pulizie e cancelli sistematicamente i commenti inutili e aggressivi (io cancello regolarmente tutti gli spam che mi arrivano su Gaijin, e non mi pare che un flame abbia più valore o dignità di uno spam…).
Un abbraccio solidale,
—
Carlo
ma annàtevene tutti a pijàrvela ‘n der posto….
Bonjour finesse e tanto di cappello al tentativo di camuffarti da romanaccio.
io sono andata a un matrimonio una volta.
avevo un vestito di mia madre e per l’occasione avevo imparato a camminare su dei tacchi di media altezza; inoltre una mia amica aveva deciso che per l’occasione non potevo ostinarmi a tenere i miei liscissimi capelli sciolti sulla faccia e sulle spalle e me le aveva arricciati con la piastra e raccolti in un raffinato chignon farcito di forcine.
la cosa più divertente sono comunque i retroscena: io sono alta 1.75 e calzo 41 di piede in un posto dove la taglia media femminile è 36. ho girato per 2 mesi tutte le più grosse città della regione prima di trovare un paio di scarpe che mi stessero (anche perché non ero disposta a spendere 185 euro per qualcosa che avrei usato una volta) e più volte sono stata sul punto di cedere e andare in jeans e anfibi; alla fine ho trovato un 40 largo a prezzo umano. ho indossato i miei primi (e ultimi) tacchi per una settimana a casa facendo le pulizie, quando sono andata alla cerimonia ero finalmente in grado di camminarci. ero però anche diventata alta più di 1.80, più di tutte le donne presenti e di buona parte degli uomini, cosa che mi ha messo in un disagio astronomico e ha fatto sì che io concludessi la serata al ristorante scalza, brilla e con i capelli sciolti ed esplosi in una criniera di finti ricci leonini.
d’altronde sono certa che almeno lo sposo mi capiva. quando è uscito dal comune ha risposto al fuoco del riso con un super-liquidator nascosto sotto la giacca.
bè io mi sposerò. in comune certo. e voglio un sacco di regali, ma non gli invitati e lec anzoncine idiote, e il taglio della cravatta allo sposo e la sala da pranzo rosa confetto con gli antipasti mari e monti.
quindi prendendo esempio da te, farò la lista nozze ma non offrirò un cazzo a nessuno.
FORLIVESE che fine hai fatto? mi hai abbandonato così? ti sei già stancato? sei un crudele individuo senza cuore.
zob.
Se, vabbè.
Ecco. La lista nozze.
La lista nozze penso sia l’unico piacere del matrimonio dal punto di vista degli sposi, un vantaggio del tutto gratis. E già immagino le facce dei miei cari amici invitati quando, ‘fanculo le teiere d’argento, sborseranno i milioni per l’impianto della mia futura sala di registrazione.
Ovviamente allestirò un rinfresco senza precedenti per ringraziarli tutti quanti, a base di pringles e salatini.
>>FORLIVESE che fine hai fatto?
Ha lasciato detto che sarebbe andato a farsi una vita.
Probabilmente gli è piaciuta e c’è rimasto.
janis, per il tuo blog girano degli strani tizi.
Grazie a Janis ora posso dire d’aver vissuto.
Vorrei dire la mia sul matrimonio.
Tutto quello che dice Janis è giustissimo e perdipiù il matrimonio al giorno d’oggi non ha nessun senso, è superato e il residuo di un’epoca che per fortuna ci siamo lasciati alle spalle.
Al contrario un matrimonio gay è bellissimo, necessario e giusto che ci sia ma anche una occasione di festa sincera e vera, che unisce le persone che davvero cogliono bene a due anime che suggellano la loro unione.
Il matrimonio è una merda noiosa e inutile, viva la gioia dei matrimoni gay di cui peraltro non si può fare a meno senò non ereditano!
>>Grazie a Janis ora posso dire d’aver vissuto.
Oooh, cherì.
Che gioia che mi dai. Ma non c’è alcun bisogno di ringraziarmi, davvero. I tuoi ringraziamenti sarebbero nulla in confronto al godimento che provo nel poter dire che ho aiutato un bisognoso.
A dispetto del do ut des vigente, io e il mio spirito psicopedagogicamente incline all’altruismo siamo sempre lieti e pronti ad aiutare qualsiasi anima elemosinante conforto, consiglio, pietà e sostegno.
Casomai volessi comunque alimentare il senso di profondo benessere che mi pervade nella continua attività di benedeficienza, casomai ti ostinassi ad omaggiarmi per il bene da me ricevuto, allora vieni qui, prendiamoci per mano, uniamo i nostri cuori, leviamoli ad un abbraccio di eterna fratellanza e pieni di reverenza per il nostro Creatore, cantiamo:
Se sei triste, ti manca l’allegria
vuoi cacciare la malinconia
Vieni con me, ti insegnerò
La canzone della felicità
[Bon bon bon]
Batti le ali, muovi le antenne
Dammi le tue zampine
Salta di qua e saltà di là
È la canzone della felicità
io voto per i matrimoni gay
in fondo, chi non ha peccato scagli la prima pietra
Pittore ti voglio parlare
mentre dipingi un altare.
Io sono un povero negro
e d’una cosa ti prego.
Pur se la Vergine è bianca
fammi gli angioletti negri.
Se tu
dipingi con amor
perché disprezzi il mio color?
Se vede bimbi negri
Iddio sorride lor.
Non sono che un povero negro
ma nel Signore io credo
e so che tiene d’accanto
anche i negri che hanno pianto.
Quando dipingi le chiese
là fra le candele accese
fra gli arcangeli ti prego
metti un angioletto negro.
Fai tanto il figo e poi storpi pure i testi. Non è che sei un po’ come quegli sciocchini google dipendenti che fanno le citazioni e nemmeno se le ricordano, ve’?
E poi .. cos’è ‘sto incaponimento monocorde sui negri, mio dolce viso pallido?
Niente di male, per carità. Ma temo che un tuo assillante parlarne ovunque e comunque possa danneggiare la tua fascinosa immagine e causare in noi, tuoi eterni aficionados, forti e sguaiati sbadigli.
E ricorda, cherì:
Fatto non fosti a viver come bruto, ma per seguir virtute e canoscenza,
e la panza e la presenza
per sgranocchiare la semenza.
meno aggettivi e più verbi e magari riesci a dire qualcosa.
Mon dieu..
Quanto ti amo quando rosichi.
Beh, prenderlo in culo è una ficata. Meglio che darlo sicuramente.
Sono sicuro che non hai mai provato, altrimenti non saresti tanto prolissa e vacua.
Prolisso:
Definizione: agg.
Si dice di scritto o discorso troppo lungo e particolareggiato: un romanzo, un saggio prolisso; una conversazione prolissa.
>>Mon dieu..
Quanto ti amo quando rosichi.
>>altrimenti non saresti tanto prolissa e vacua.
[Stavo quasi per meravigliarmi del ritardo, e invece eccoti qui, dolce ciccia del tuo pappa; Lancillotto del tuo Artù, microchip del tuo segugio. E dicci, D’Artagnan: siamo tutti curiosi di sapere se oltre ad offendere per venire in difesa della tua signora, postare le orripilanti immagini dei tuoi supereroi, fare continui e ammorbanti riferimenti sessuali (e pure mia nonna sa che spesso chi più li fa meno li pratica), tu sappia fare qualcos’altro.
Dai, muovi le antenne anche tu e vedrai che qualcuno darà le sue zampine anche a te].
e anche un po’ prolassa.
Cercalo un po’.
>>siamo tutti curiosi di sapere se oltre ad offendere per venire in difesa della tua signora, postare le orripilanti immagini dei tuoi supereroi, fare continui e ammorbanti riferimenti sessuali (e pure mia nonna sa che spesso chi più li fa meno li pratica), tu sappia fare qualcos’altro.
>>e anche un po’ prolassa.
Cercalo un po’.
Mi sa che è un no e la cosa mi addolora.
Magari però è colpa mia: alla lista delle simpaticissime cose che vieni a fare qui ho dimenticato di aggiungere “usare le parole a vanvera”.
Adieu, mio guascone.
si intanto forlivese continua ad ignorarmi devo considerare chiuso ilnostro idillio.
Lo prendo come un “janisblu all’alba del commento #77 ancora non ha capito un decimo delle tante cose che sono qui scritte”.
Come siamo messi col #1? Hai capito che si parlava della sposa, adesso? Te l’hanno spiegato, in pvt?
Brigitta, io ti dico quanto ti amo e tu mi tratti così?
Tz. Quanto sei irriconoscente.
La gente lo ha preso come un “janisblu mi sa tanto che è meridionale”, tutta la gente del quartiere ne ride.
Silvana, questo approccio che usi non è affatto carino, sai?
checcarini si amano *occhi a cuore*
ah janis da quando non frequento più la gastronomia-pasticceria dei tuoi conterranei (ma catanesi) ho perso 2 kg.
peso sempre tanto, ma meno.
Catanesi?
catanesi?
Vuoi dire che sei andata a nutrirti da catanesi?
ah ecco, sei meridionale appunto. Si era intuito.
ma che humour è?! Alla Tod Browning?!
La mia sicilianità ne soffre enormemente.
Eh, si vede che sei catanese anche tu, o come minimo agrigentino.
[Sgusa, ghe g’hai ginguanda gendesimi?].
E attenzione, che qui si fa presto a scatenar rissa: io adoro, profondamente adoro gli agrigentini; soprattutto quelli fighi. Riguardo ai catanesi invece avrei un po’ di riserve.
Io sto con gli zulu, stimo i matabele e schifo profondamente gli xhosa.
Janis ma che ci fai te agli uomini??? io che corteggiavo delicatamente da tempo il Forlivese e scopro che mi trascura per polemizzare qui con te? me tapina…penso si sia innamorato di te, Janis
rana non più beata :-(
io sto con gli hutu
Io sto con le arancine, coi Beatles, col parmigiano sulle polpette e la pasta col pesce, coi Tamil, con sasaggiglio, con i warriors della Nord, momentaneamente con 31° e condizionatore cervicalicida a manetta.
Ma ranetta, tu gliel’hai dimostrato il tuo amor?
Io sì, tanto tanto, sebbene le mie mosse non abbiano ancora dato i loro debiti frutti. Non me la dà, ma sono sicura che sta per cedere.
Il fatto è che ho un debole per le negre.
Ah beh se l’omo ama la perversione io poco ci posso fare.
Però potrei farmi qualche lampada vista la preferenza…una cosina da negra ce l’ho poi…
ah ma va, cosa?
Janis ma tu è per questa consapevolezza di non essere madrelingua italiana che ti abbandoni alla logorrea aggettivale? Guarda che qui nel continente la storia va avanti.
eh caro Forl, non così in pubblico. E poi tu che mi dai in cambio?
logorrea aggettivale? che è ‘na malattia? ghghghgghgh
Vedi, ranetta. Ogni volta che gli canto il mio amòr, lui, ovviamente in ritardo di qualche commento, ci ripensa e tira fuori le sue catastrofiche e deliranti accuse linguistiche nei miei confronti, coniando per giunta espressioni poco eufoniche e imbarazzanti.
Perchè io sono così brava che ritengo che il come sia più importante della cosa e lui ormai è così preso che non può fare a meno di tirarmi le trecce dal suo banchetto.
E poi, io e la mia sindrome da crocerrossina cronica abbiamo un’adorazione per i pirla -soprattutto quelli bruni con gli occhi verdi.
Ma spesso faccio un’eccezione. Spesso anche i bruni con gli occhi scuri vanno bene.
>>Vuoi dire che sei andata a nutrirti da catanesi?
eh già.
ogni volta che pensa alla ricotta dolce con cui farciscono i dolci mi viene la bava alla bocca.
Dai rane non fare così.
Janisblu non ho capito il tuo commento, puoi riassumerlo? Tipo con uno dei tuoi classici “lo interpreto come….”.
Certo che posso, cherì.
Magari un’0altrwa vgolta pòerò.
In questo mnomenhto sto aqpòstettando chne mi si asciughi lol smalto.
Volevo solo dire che a me le metropolitane piacciono.
Baci!
Sergio
Cate, finora ti avrei anche difeso volentieri.
Ma mi sei caduta dal cuore con il parmigiano sulla pasta col pesce.
Non mi faro’ impiantare delle cornee verdi per te.
—
Carlo
Ebbene, sono una siciliana svergognata, ma il mio autolesionismo alimentare è ormai noto. È assurdo che tu non sappia che arrivo a ribaltare un etto di parmigiano su 50 grammi di pasta col pesce o che metta la maionese sulle polpette.
D’altronde ognuno ha le sue perversioni.
il parmiggiano sulla pasta col pesce è fetish
ah sì.
In germania si flagellano cappuccini dopo cena.
Savonarola!
Sei simpatico come un pelo incarnito.
fantastico!
maione e fritto sono da sempre un connubio perfetto…. e so che con i gamberetti il pecorino fa da esaltatore…
ma chi ce prova!
Stucchevole.
forlivese sarà pure ridicolo, ma mai patetico quanto la gente che porta qui e che si legge 7 post solo per fare un pò di brodo quando nessuno gliel’ha chiesto
Ancora più stucchevole.
PASSO E CHIUDO.
La velocità con cui si riconoscono le amiche del Forli è sorprendente. Ormai le si sgamano pure per i nick (in questo caso anche per l’uso spropositato del caps): più appartengono al suo seguito, più i loro nick sono terrificanti.
Gli uomini che si sposano sono quelli capaci di prendere delle decisioni, di farsi valere nel mondo… sono gli unici degni di essere chiamati uomini.Gli zombie che arrivano ai 40 e vogliono ancora essere single, non vogliono impegnarsi perchè credono di essere liberi sono degli insulsi e purtroppo non se ne rendono nemmeno conto. Anzi, si fanno chiamare scapoli invece di single per darsi un tono ma putroppo non sono altro che degli zombie senza palle che temono di fare la scelta piu' difficile e bella della vita.mi fanno un po' pena perchè non capiscono che la loro vita così non sarà importante per nessuno. Al giorno d'oggi si tende davvero troppo all'individualimo e coincidenza vuole che tutti si sentano soli e depressi…. non è chiaro il collegamento?!
Così mi metti in difficoltà. Perché c'è così tanta patologia in quello che hai scritto che, se volessi controbattere, non saprei davvero da dove cominciare.Se volessi controbattere.
@utente anonimo:è chiaramente una tua opinione personale, condivisibile o meno.chi stabilisce che la scelta di sposarsi sial la più difficile?chi stabilisce che la scelta di sposarsi sial la più bella?chi stabilisce che la "vita da scapolo" non è importante per nessuno ma solo per se stessi?chi sostiene che gli individualisti sono tutti soli e depressi???forse guardi troppi film di muccino, moccia e compagnia brutta..:)
Quoto! Soprattutto su Moccia/Muccino.Janis ma la riunione? ;-)SyberianHeart